Scrittrici/scrittori preferit*
Ho iniziato a leggere di tutto sin da ragazzina: Shakespeare, Emily Brontë, Asimov, Khalil Gibran, Jane Austen, Henry James, Dee Brown, Oscar Wilde, Calvino, Melville, Bufalino, Neil Gaiman, Cattabiani, Stephen King, Murakami, Edgar Allan Poe, Carlos Ruiz Zafón. Se devo essere sincera la prima cotta letteraria, l’ho avuta a dodici anni per Heathcliff. Quindi, il mio libro del cuore è Cime tempestose di Emily Brontë.
Libro che ti ha cambiato la vita
Dance dance dance di Murakami, perché ti induce a riflettere sull’esistenza, ma soprattutto a danzare con grazia, seguendo i passi della vita. Tutti i libri che hanno ispirato le meraviglie dello Studio Ghibli, perché sono una grande fan del maestro Miyazaki (Il castello errante di Howl di Diana Wynne Jones, Kiki – Consegne a domicilio di Eiko Kadono, Il meraviglioso paese oltre la nebbia di Sachiko Kashiwaba, Gli Sgraffignoli di Mary Norton, Quando c’era Marnie di Joan G. Robinson, ecc.). Planetario di Alfredo Cattabiani, perché è un meraviglioso viaggio celeste tra miti e leggende, dove le costellazioni offrono un panorama stellare di inaudita bellezza, ma anche narrazioni insospettabili.
Come sei arrivato alla scrittura
Scrivo da sempre, da quando sono piccola. Da adolescente, poi, avevo la mania di battere a macchina poesie e racconti e di corredare tutte le mie narrazioni con foto e disegni. Ogni immagine significativa che trovavo sui giornali, la ritagliavo e la associavo a un testo. Era una sorta di fissazione per me. In una vecchia valigetta chiusa a chiave e posta sotto il letto conservo ancora tutti i disegni fatti a mano, i racconti e le poesie. È stata mia madre a trasmettermi l’amore per i libri. Mi trascinò un pomeriggio di luglio inoltrato nella biblioteca comunale del paese dove vivevo, e vuoi la location magnifica (un castello!), vuoi gli scaffali pieni di romanzi, sono rimasta letteralmente stregata dalla magia della carta.
Come funziona il tuo processo di scrittura
Procedo per immagini. Stendo la storia che ho in mente a mo’ di scaletta. Faccio la bibbia dei personaggi. Poi, inizio a scrivere le scene. Dopodiché, come in un vero montaggio cinematografico, assemblo le sequenze. Sembra complicato, ma per me non lo è, perché la settima arte è la mia “casa”. Quindi, riesco a tenere sotto controllo intrecci, narrazione e climax.
Perché sei atterrato sul Comodeeno
Perché l’idea di accorciare le distanze tra scrittori, lettori e editori è superlativa.