Il progetto, promosso dal Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca e finanziato da PRIN2017 “The dawn of the Italian Printing”, durante tutto il periodo di lockdown ha ridato agli appassionati di editoria ciò che il Covid ha tolto: uno spazio aperto per confrontarsi e discutere di libri nel senso più ampio possibile. La proposta ha coinvolto centinaia di persone e ha dato vita spontaneamente ad un format che sta dimostrando di avere un senso e un interesse anche per il futuro.
Nel video la prima puntata del Canale dei Libri pubblicata durante il lockdown.
“Nei giorni più cupi della pandemia, quando sembrava che non si potesse fare nulla, mi è venuta l’idea di usare YouTube per costruire un canale di seminari e di incontri che potessero essere utili, innanzi tutto agli studenti ma anche ai colleghi; una funzione suppletiva dei seminari che avremmo dovuto tenere in università, ma che per ovviamente non abbiamo potuto organizzare – spiega Edoardo Roberto Barbieri, ideatore di Canale dei libri e docente dell’Università Cattolica di Milano. In pochi giorni, con la collaborazione degli studenti dei master in Editoria dell’ateneo milanese, sono stati pubblicate le prime interviste ad autori, editori, esperti di settore. “E la cosa ha riscosso un buon successo, stando ai dati sulle visualizzazioni, nel complesso siamo molto contenti, considerando la specificità dell’argomento, c’è stata gente che ci ha chiesto di poter utilizzare questo strumento per poter essere intervistata – aggiunge il professore -. Oggi come oggi siamo arrivati ad un’ulteriore forma, una proposta performativa, perché si è creato un vero format”. La formula non sostituirà gli incontri dal vivo, ma apre una strada che con un ulteriore upgrade tecnologico – al momento le conversazioni sono registrate via Skype – permetterà di proporre contenuti live streaming e quindi allargare il pubblico.
La prima rubrica di Canale dei Libri è “Dialoghi di Urbisaglia” dedicati ai testi antichi e alla cultura della biblioteca. Urbisaglia è un piccolo comune in provincia di Macerata che lega una parte della sua storia al periodo della Seconda Guerra Mondiale: tra il giugno 1940 e l’ottobre 1943, le stanze di villa Giustiniani Bandini, residenza annessa al monastero dell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, sono state luogo di luogo di reclusione di cittadini italiani ebrei e antifascisti. Fu uno dei primi campi di internamento del nostro paese, una prigione dorata se paragonata ad altre strutture di concentramento. “Proprio maturò nell’amicizia libraria tra Bruno Pincherle e Renzo Bonfiglioli, ebreo molto facoltoso, legato alla famiglia di quella che è raccontata da Giorgio Bassani ne Il giardino dei Finzi Contini, acque un rapporto tutto librario – continua Barbieri -. Da Pincherle Bonfiglioli imparò l’arte di collezionare libri e iniziò la sua prestigiosissima collezione di libri, che poi è andata venduta e dispersa dopo la sua morte negli anni 50. E allora abbiamo immaginato, nei giorni di pandemia, di chiusura, di impossibilità di incontrarsi, di rendere questo luogo virtuale un luogo virtuoso di confronto e approfondimento proprio sui libri, dare un contributo civile contro la paura”.
Ai “Dialoghi di Urbisaglia” si sono aggiunti gli incontri di IDEA sull’editoria contemporanea, gestiti dai master di Professione editoria e Booktelling e che di fatto hanno sostituito di fatto le lezioni che si sarebbero dovute tenere durante il percorso di studio.
Come terzo livello di contenuti, il Canale dei Libri ha ospitato finora percorsi di mostre e un seminario organizzato dall’università statale. Grazie a questa multifunzionalità promette di andare avanti, “ovviamente in modo diverso – eravamo arrivati a pubblicare 30 interviste a settimana, che oltre a richiedere un grandissimo sforzo aveva un senso in un certo momento di black out totale – però andrà avanti senz’altro” assicura il fondatore. Al momento Canale di Libri può contare su una piccola redazione composta da una decina di persone sparpagliate tra mezza Europa, Messico e Israele. “Stiamo pensando a proposte interessanti per il futuro – conclude Barbieri -, cercando di seminare bene e costruire qualcosa di buono e positivo